Questi due quadri hanno genesi in un periodo caotico del mio viaggio personale, ricco di esperienze e di cadute, di prigioni personali e slanci di meravigliosa libertà. L’impulso creativo si sposta dalla figura umana al dettaglio.
Qui, il simbolo del contatto con l’altro, le mani, tentano di afferrare un miraggio e fanno perdere l’equilibrio a tutto il corpo. Le stesse mani da cui, ancora una volta richiamando il mio tema ricorrente, si può rifiorire, afferrando ciò che conta davvero e lasciando sfumare, in pace, tutti gli inganni della mente.